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Béziers: chi calunnia chi?

Maria Soresina

 

Vittorio Messori propone una lega

"anticalunnia in difesa dei cattolici" e nega

il massacro dei catari di Béziers

 

Cathars_expelled

 

Alla voce «calunnia» lo Zingarelli riporta: «1. L'incolpare di un reato, presso l'autorità giudiziaria, taluno che si sa innocente, o il simulare a carico di lui le tracce di un reato. 2 Est. Accusa inventata per diffamare o screditare qualcuno.» Sì, ma cosa c'entra con Béziers? C'entra perché è proprio nella storia di Béziers che si annida, a detta del noto scrittore Vittorio Messori, una terribile calunnia, tanto da proporre «una Lega anticalunnia in difesa dei cattolici», come recita il titolo di un vistoso articolo apparso il 31 gennaio 2007 sul Corriere della Sera.

 

La calunnia sarebbe l'attribuzione di quella terribile frase «Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi!» a dom Arnaldo Amalrico, abate di Citeaux e «assistente spirituale» dei crociati. È un'accusa inventata per diffamare, cioè una calunnia, sostiene Messori. E si meraviglia che persino studiosi di chiara fama come Umberto Eco, continuino a ripeterla. Questa frase - sostiene sempre Messori - è stata inventata «più di sessant'anni dopo» i fatti da un monaco tedesco «che neppure sapeva dove fosse Béziers».

 

In realtà - scrive Messori - a Béziers in quel 1209 i cattolici non volevano una strage, volevano negoziare. «Furono les Ribauds, i Ribaldi, mercenari dalla pessima fama, masnada di irregolari» che entrarono in città e ammazzarono molte persone (ma non così tante come viene detto). I cattolici accorsero e cercarono di fermare il massacro... e ora proprio loro vengono accusati di averlo voluto! È una calunnia!+

 

A questo articolo ha risposto l'autorevole studioso Francesco Zambon con un articolo apparso il 7 febbraio su La Repubblica, dal titolo «Il vero massacro dei catari» in cui definisce «assurde enormità» le cose sostenute da Messori. E lo smentisce con dati storici inconfutabili: quel monaco tedesco che avrebbe «inventato» la famigerata frase non può averla scritta «più di sessant'anni dopo», perché sessant'anni dopo... era già morto da trent'anni.

 

La famigerata frase - sostiene Zambon - «corrisponde esattamente a ciò che avvenne e, contrariamente a quanto sostiene Messori, trova riscontro in numerose altre fonti contemporanee. La più sconvolgente è proprio la lettera ufficiale che Arnaldo in persona scrisse al papa», in cui parla di «ventimila uomini morti di spada» e con la quale - scrive Zambon - «Arnaldo si assume pienamente e trionfalmente la responsabilità» della strage. Quindi non è una calunnia: è storia.

 

Vorrei però ancora citare alcune frasi dall'articolo di Messori. Le citazioni sono controllabili sul Corriere della Sera del 31 gennaio 2007, o su internet:

I catari «erano seguaci di una cupa, feroce, sanguinaria setta di origine asiatica».

 

«Quei settari erano appoggiati dai nobili del Midi... che volevano mettere le mani sulle terre della Chiesa».

 

«A Béziers i catari replicarono con la violenza del loro fanatismo all'offerta di negoziare».

 

«L'eccidio... è spiegabile con l'esasperazione provocata dalla crudeltà dei catari, che non solo a Béziers da anni perseguitavano i cattolici».

 

Allora: chi calunnia chi?

 

Per saperne di più: Corriere della Sera - 31 gennaio 2007 / La Repubblica 7 febbraio 2007